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L’Italia in Consiglio di Sicurezza ONU

Dal 1° gennaio 2017 l’Italia è membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in virtù della sua elezione il 28 giugno 2016 e in conformità all’accordo con l’Aja di divisione del mandato biennale 2017-2018.

Ammessa all’ONU il 14 dicembre 1955, l’Italia ha sempre guardato all’Organizzazione come un punto di riferimento della sua azione di politica estera e non le ha mai fatto mancare il suo apporto. Membro del Consiglio di Sicurezza in sei precedenti mandati 6 (1959/1960; 1971/1972; 1975/1976; 1987/1988; 1995/1996; 2007/2008), il nostro Paese ha svolto tale ruolo ispirandosi a quei valori, interessi e peculiarità di approccio che caratterizzano l’azione multilaterale del nostro Paese. Tra questi, una riconosciuta capacità di ascolto e di mediazione -anche ad opera di importanti organizzazioni della società civile nazionale; attività di prevenzione dei conflitti e dialogo come strumento principale; conoscenza del Mediterraneo e delle sue dinamiche; promozione dei diritti umani, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto.

Conformemente al suo tradizionale approccio inclusivo, nel 2017 l’Italia intende promuovere il dialogo per favorire soluzioni alle crisi in Africa e in Medio Oriente, che pongono una seria minaccia alla pace e la sicurezza internazionale. Il peacekeeping sarà quindi una delle priorità italiane. In Consiglio di Sicurezza il nostro Paese parteciperà in modo costruttivo alla revisione dei mandati delle principali missioni di pace, per rafforzarne l’efficacia. L’Italia sosterrà il Segretario Generale Guterres nella promozione di un maggiore ruolo per l’ONU nella prevenzione dei conflitti, lavorando per il rafforzamento del ruolo delle donne, anche attraverso la costituzione di un network di donne mediatrici dell’area Mediterranea.

L’Italia presterà massima attenzione alle nuove sfide alla sicurezza globale, a partire dai flussi di rifugiati e migranti, in particolare per quanto concerne l’eliminazione delle cause dei movimenti di popolazioni, che spesso originano fenomeni criminali quali il traffico di essere umani.

Contrasto al terrorismo, protezione dei civili e lotta all’impunità per gravi violazioni del diritto umanitario, contrasto al traffico di esseri umani e migrazioni, tutela del patrimonio culturale, ruolo delle donne, dei giovani e dei leader religiosi moderati nel promuovere la pace, lotta al cambiamento climatico, addestramento dei Caschi Blu, rafforzamento del ruolo delle organizzazioni regionali e sub-regionali. Queste le ulteriori direttrici di azione che l’Italia intende promuovere in Consiglio di Sicurezza.