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Storia

Secondo alcune fonti, la penisola del Qatar era già abitata intorno a 50.000 anni fa. Ritrovamenti archeologici rivelano il collegamento con la cultura di Al Ubaid (Mesopotamia, 6000-4000 a.C.).
Nel V secolo il geografo greco Tolomeo cita nelle sue mappe “Qatra”, che si ritiene possa essere l’attuale Al Zubara, una cittadina del Qatar, che nei tempi antichi era considerata uno dei porti più importanti del Golfo. Con la diffusione dell’Islam nella penisola arabica e in tutto il Golfo anche il Qatar divenne parte del Califfato di Baghdad, sede principale della cultura e della civiltà islamica.

Nel corso dei secoli successivi, la penisola qatarina continuò a essere un crocevia di grandi potenze.
Gli antenati dell’attuale famiglia regnante, gli Al Thani, giunsero in Qatar nel 1750 provenienti da Najid, in Arabia Saudita, e svilupparono la pesca, la pesca delle perle, la coltivazione della palma da dattero, il commercio. Le cittadine di Al Zubarah e Al Khor, in particolare, divennero importanti e frequentati centri di commercio delle perle. Al Bida (oggi Doha) divenne la capitale del Paese e il leader della famiglia Al Thani, lo Sceicco Mohammed, rivendicò la sua posizione di emiro, costituendo di fatto l’emirato del Qatar.

Nel 1867 l’emiro firmò, come altri Paesi del Golfo, un trattato con gli inglesi per proteggere il Qatar dalle mire espansionistiche del vicino Bahrain. Lo sceicco Khassim firmò nel 1872 firmò un altro trattato di protezione con i turchi, che mantennero un contingente militare a Doha fino al 1915.

Nel 1935 una concessione petrolifera fu assegnata alla Qatar Petroleum Company, società dell’Iraq Petroleum Company, posseduta da un consorzio anglo – olandese – francese – americano. Le prime esportazioni di greggio risalgono al 1949. Negli anni Cinquanta e soprattutto Sessanta, grazie agli introiti petroliferi, cominciarono a fiorire prosperità e progresso sociale e si verificò una forte immigrazione. Ebbe così inizio la storia moderna del Paese.

Quando nel 1968 il Governo inglese annunciò una politica di disimpegno militare dagli Stati del Golfo, il Qatar aderì prima alla proposta degli altri sceiccati dell’area (gli attuali Emirati Arabi Uniti e Bahrain), che mirava alla costituzione di una unione di Emirati Arabi; ma poi, come il Bahrain, divenne uno Stato indipendente il 3 settembre 1971.

Nel giugno del 1995 l’Emiro Sheikh Khalifa, tradizionalista e filo-saudita, fu deposto dal figlio Hamad con un colpo di stato senza spargimento di sangue. Dal 1996 al 2013 l’Emiro Hamad ha guadagnato ampio consenso sia nel paese che all’estero, accelerando notevolmente il processo di modernizzazione e diversificazione dell’economia e promuovendo alcune istanze di riforma politica.

Sotto la guida di Sheikh Hamad, il Qatar ha intrapreso un percorso di liberalizzazione politica e di modernizzazione economica. Nell’aprile 2003 un referendum ha sancito l’approvazione del primo testo costituzionale della storia del paese, entrato in vigore nel 2005. La nuova Costituzione prevede l’elezione di una Assemblea rappresentativa ed ulteriori estensioni dei diritti civili e politici. L’editoria ed il settore radiotelevisivo hanno beneficiato di una maggiore libertà, grazie alla quale la televisione satellitare Al-Jazeera è divenuta la voce delle forze profonde del mondo arabo.

Il 25 giugno 2013 Sheikh Hamad bin Khalifa in un discorso televisivo ha abdicato cedendo ogni potere al figlio ed Erede al Trono Tamim (già molto presente nella vita pubblica e nella gestione degli affari correnti dell’Emirato), che contestualmente ha operato un profondo ricambio nelle posizioni di vertice del Governo qatarino, in primis nominando in qualità di nuovo Primo Ministro e Ministro dell’Interno lo Sceicco Abdullah bin Nasser bin Khalifa Al Thani (già Ministro di Stato agli Affari interni), al posto dello Sceicco Hamad bin Jassim bin Jabor Al Thani (che ricopriva anche l’incarico di Ministro degli Esteri, ora affidato al “tecnico” Khaled bin Mohammed Al Attiyah), personalità legata alla transizione del 1995 e alla successiva fase di crescita e sviluppo dell’Emirato. Il passaggio di poteri e il rimpasto governativo hanno avuto luogo nel momento in cui il Paese ha progressivamente raggiunto tutti gli obiettivi prioritari prefissati dall’avvento al trono dello Sceicco Hamad bin Khalifa nel settore economico e si appresta ad aprire una nuova fase, in perfetta continuità con il passato, in cui la priorità  – quanto meno a giudicare dal primo discorso pubblico pronunciato dall’Emiro Tamim bin Hamad in occasione della riapertura autunnale del Majlis As-Shura – sarà il consolidamento della struttura interna del Paese.

Tra gli eventi di rilevanza nell’ultimo decennio di storia del Qatar vi è sicuramente l’ascensione al trono dell’attuale Emiro del Qatar, Sceicco Tamim bin Hamad Al Thani, avvenuta il 25 giugno 2013. In tale occasione, il suo predecessore Sceicco Hamad bin Khalifa al Thani dopo 18 anni di regno ha reso pubblica la propria intenzione di abdicare in favore del figlio, legittimo successore dal 5 agosto 2003, quando suo fratello maggiore Jasim rinunciò al proprio diritto al titolo.

Nell’ambito della storia recente del Paese, un evento particolarmente importante è stato il blocco economico e diplomatico a cui il Qatar è stato soggetto nel 2017. Il 5 giugno dello stesso anno, infatti, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno annunciato un embargo nei confronti del Qatar che ha causato la rottura delle relazioni diplomatiche e la chiusura delle frontiere terrestri, aeree e marittime nonché l’espulsione di tutti i cittadini qatarini residenti nei Paesi sopracitati. La decisione presa dal cosiddetto “quartetto” è frutto del rifiuto di un ultimatum comprensivo di tredici richieste alle quali il Qatar avrebbe dovuto allinearsi per mettere fine al blocco.

Tuttavia, in virtù delle buone relazioni intrattenute con diversi Paesi e dell’ingente disponibilità di risorse economiche, il Qatar ha resistito con successo alle complicazioni apportate da tale embargo. Per via di questa sostanziale inefficacia delle misure adottate dal quartetto, il 5 gennaio 2021 in occasione del l 41° summit del Consiglio della Cooperazione del Golfo (GCC) tenutosi nella città saudita di Al Ula è stata ratificata la fine dell’embargo nei confronti del Qatar. La firma di tale accordo ha preso il nome di “dichiarazione di Al Ula” attraverso cui i leader dei sei Paesi dell’organizzazione (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar) hanno rinnovato il proprio impegno a mantenere equilibrio e mutua collaborazione nella regione.

Prova del successo del Paese a seguito dell’embargo sono stati i recenti mondiali di calcio FIFA, che si sono svolti dal 20 novembre al 18 dicembre 2022, aggiudicati al Paese dalla Federazione calcistica internazionale (FIFA) presieduta da Sepp Blatter il 2 dicembre 2010. Tale evento ha rappresentato un unicum nella storia della competizione, trattandosi dei primi mondiali ad essere ospitati da un Paese arabo e ad essere disputati in autunno, per ragioni climatiche. Un traguardo di tale rilevanza si pone in linea con una serie di successi nell’organizzazione di eventi sportivi in Qatar tra i quali figurano anche il mondiale per club FIFA 2020, il Qatar Grand Prix, la Coppa Araba 2021 e la Coppa Asiatica 2023.

Nel 2017, inoltre, il Qatar ha avviato l’ambizioso progetto di sfruttamento del giacimento di gas naturale più grande al mondo, il North Field, coinvolgendo diverse imprese straniere come ENI, TotalEnergies, ExxonMobil, Shell e Conoco Phillips. Attraverso questo progetto Qatar Energy prevede di aumentare le capacità di estrazione di gas del 43% entro il 2025 e del 64% entro il 2027, divenendo in tal modo il primo Paese al mondo per esportazione di Gas Naturale Liquefatto.

Grazie ai grandi eventi ospitati e ad una politica estera particolarmente dinamica, il Qatar è cresciuto in maniera considerevole come attore politico ed economico importante nella regione, specialmente dopo l’ascesa al potere dell’Emiro padre, Hamad bin Khalifa Al Thani, nel 1995, che ha varato un ambizioso piano di modernizzazione e di sviluppo del Paese. A Doha si sono inoltre svolti negoziati e mediazioni circa diversi conflitti come ad esempio quelli in Libano, Yemen, Darfur, Eritrea, Kenya, Somalia, Ciad, Afghanistan, che hanno contribuito a portare il Qatar in prima linea nella diplomazia regionale ed internazionale.